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giovedì 19 novembre 2009

Limone Interdonato, dall’Ue ok all’Igp

L’agrume è stato iscritto nell’apposito Registro europeo

PALERMO (16 novembre 2009) - Il “Limone Interdonato di Messina” conquista per l’Italia l’Indicazione geografica protetta (Igp) contro imitazioni e falsi in Europa. Bruxelles ha dato il via libera definitivo all’iscrizione nel Registro europeo delle Denominazioni e Indicazioni geografiche protette (Dop e Igp). La notizia è stata accolta con grande soddisfazione a Nizza di Sicilia dal presidente del Consorzio di tutela dell’agrume, Attilio Interdonato: «Sapevamo di avere le carte in regola per ottenere un risultato così importante. Vengono premiati così i produttori che hanno creduto sin dall’inizio in questo progetto. Dalle passate generazioni l’Interdonato veniva chiamato ‘‘limone fino’’ o speciale e fino ad ora era inserito nella lista dei prodotti di eccellenza italiani dell’agroalimentare europeo».
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La stagione 2007-08, connotata da una forte scarsità di limoni ha costituito per l’Interdonato una grande opportunità di rilancio. «Il mercato ci ha riscoperti e anche i prezzi ottenuti quest’anno sono stati soddisfacenti – ha detto ancora il presidente del consorzio di tutela –. Il lavoro che ci aspetta è molto duro, soprattutto per ragioni legate alla conformazione del nostro territorio produttivo, fatto di ripide colline coltivate a terrazzamenti, e al fatto che è sempre più difficile attrarre i giovani verso la professione agricola. Di dimensioni medio grandi, molto simile al cedro, di sapore delicato, con una buccia a grana finissima, il ‘‘Limone Interdonato’’ è stato fino al secondo dopoguerra il limone da tè preferito dagli inglesi. A crearlo, da un incrocio tra un cedro e l’ariddaru, un limone locale, è stato il colonnello garibaldino Giovanni Interdonato che, dopo aver combattuto nei moti siciliani e aver governato nel nome dei Savoia su buona parte del Messinese, si era ritirato a vita privata dedicandosi alla sua passione per l’agrumicoltura. Le aziende del Consorzio del Limone Interdonato Messina sono 50 e producono 800 tonnellate all’anno.

IL MIO COMMENTO:
In un panorama mondiale di falsificazione generalizzata (e non solo cinese) del prodotto: dal famosissimo "parmigiano Reggiano" al "prosciutto di Parma" al "vino Chianti" ai "pomodorini Pachino" (vedi foto), solo per fare due esempi a caso, le denominazione Europee Dop e Igp del nostro "limone Interdonato" restituisce dignità alla qualità di un frutto della nostra Terra.

LIMONE INTERDONATO, MA NON SOLO
E' ovvio che, nonostante il grosso impegno dei componenti del "Consorzio Interdonato" il quale sta producendo una forte crescita dell'interesse europeo e quindi della vendita di questo frutto, bisogna considerare che comunque esso rappresenta un prodotto di nicchia e quindi una sola delle tante "perle" che germogliano nella nostra Sicilia. Abbiamo inventato il Verdello, frutto dalle qualità organolettiche particolari certamente non inferiore al classico limone che ci giunge spesso dall'estero. Siamo fra i primi produttori di olio extravergine d'oliva al Mondo, (vedi foto in basso), nonostante la forte concorrenza e falsificazione, nonostante molte delle nostre campagne giacciano in uno stato di totale abbandono, causa l'antieconomicità della sua produzione e commercializzazione.

Voglio infatti concludere affermando che: il tanto gridato e osannato rilancio dell'agricoltura di questi anni (e con esso del turismo rurale, enogastronomico e perfino... culturale), passa non dai soliti sterili convegni fatti di paroloni e di sfilate dei politici di turno - buoni solo a raccogliere consensi - ma dalla assoluta necessità di creare un "pacchetto unico" di prodotti locali (e con esso di Aziende produttrici), di qualità a prezzi adeguati ad essa. Questo "pacchetto", deve inoltre essere unito ad un'offerta di frizione territoriale che sia fruibile dall'aspite durante l'intero arco dell'anno. E' quindi superfluo ripetere il vecchio adagio: "l'unione fa la forza", così come è ovvio che per evitare la continua emorragia di giovani "cervelli" dalla nostra terra, in cerca di fortuna nel resto d'Europa, l'imperativo è aprirci ad una mentalità moderna, condivisa ed al passo con le richieste del mercato europeo e mondiale.
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